Cura e riabilitazione per la dipendenza da sostanze

Come aiutare un alcolista che non vuole essere aiutato?

Comprendere i disturbi collegati all'alcol, poter esaminare il tema dell'alcolismo, accettare di affrontare il problema e infine curarsi e guarire.

Riconoscere il problema dell’alcol

Il principale aiuto che si può dare ad un alcolista non riguarda l’aiutarlo a smettere di bere, ma quello di accompagnarlo a comprendere e riconoscere che ha un problema con l’alcol. L’uso di alcol modifica il nostro cervello, come l’uso di sostanze.  Per questo l’alcolismo è una malattia il cui nucleo centrale è il bisogno compulsivo di bere.

La dipendenza da alcol è una patologia dove l’alcolista vorrebbe smettere ma non può. L’aiuto che possiamo dare ad un alcolista che non vuole essere aiutato è riconoscere che l’uso di alcol è legato ad una patologia che modifica il nostro cervello ed il nostro funzionamento. 

Alcolista: sintomi

Le caratteristiche di chi soffre di una dipendenza da alcol riguardano fondamentalmente la perdita della capacità di controllo sull’uso dell’alcol, il bisogno compulsivo di assumerlo per sperimentarne i suoi effetti ed evitare il malessere che la sua privazione provoca. Un alcolista non riesce a stare bene se non consuma quotidianamente alcol. La dipendenza da alcol è una patologia definita da diversi comportamenti problematici legati all’alcol, che portano a grave disagio e compromissione della sfera personale, sociale e relazionale di chi ne soffre. 

 L’alcolista non è una persona debole, incapace, egoista, inetta. Ma una persona che soffre di questa malattia. Questa è la cornice di senso in cui inquadrare i diversi comportamenti che si osservano. In quanto malattia ci sono diversi sintomi. 

Sintomi della dipendenza da alcol

Di seguito, i sintomi necessari per poter fare diagnosi di alcolismo nella ultima versione del DSM-5. Per poter fare diagnosi di dipendenza da alcol è necessario che la persona soffra di almeno 2 dei successivi sintomi per un periodo di almeno 12 mesi.

  • Buona parte della giornata è impiegata nell’assumere o recuperare alcolici oppure nel gestire post sbornia ed i sintomi da intossicazione.
  • Si assume alcol in quantità superiori o per periodi più lunghi rispetto alle intenzioni della persona. 
  • Craving: la persona sente un bisogno impellente e incontrollabile di bere.  
  • La persona sviluppa tolleranza verso l’alcol, tolleranza che si manifesta con significativo aumento della quantità di alcol necessaria a soddisfare il bisogno della persona. 
  • Desiderio costante di bere o fallimenti nel tentativo di ridurre l’assunzione di alcool.
  • La persona mantiene l’uso di alcol nonostante sia causa di ripetuti problemi sociali.
  • L’alcol è usato in situazioni in cui è fisicamente pericoloso farlo.
  • Diverse importanti attività vengono abbandonate per lasciare spazio all’uso ed abuso di alcol.
  • L’uso di alcol causa difficoltà e fallimenti nell’adempimento delle proprie responsabilità a casa, al lavoro o a scuola.  
  • Uso continuativo di alcol anche dopo la comparsa di problemi, psicologici o sociali, attribuibili al relativo abuso.
  • Presenza di sintomi di astinenza o comportamenti atti a non provare sintomi di astinenza.

Come dare supporto ad un alcolista che non vuole essere aiutato

Il principale aiuto che si può dare ad un alcolista che non vuole essere aiutato è quello di accompagnarlo a comprendere e riconoscere che l’alcol è un problema, una condizione difficile da riconoscere, ma imprescindibile per affrontare un percorso di cambiamento e di cura. L’obiettivo da porsi per aiutare un alcolista non deve essere quello di aiutarlo a smettere di bere, ma quello di fargli comprendere ed ammettere che esiste un problema e che beve perché è una persona malata che ha bisogno di cura. 

Questa visione è difficile da far comprendere, anche perché l’alcol è accettato socialmente, è la sostanza psicoattiva maggiormente consumata in Occidente. Costa poco, si può reperire ovunque ed in ogni momento. Ed inoltre è legale, non soggetta a stigma. Come chi prova a fumare una volta una sigaretta e non sviluppa una dipendenza, accade esattamente con chi prova a bere l’alcol.

Aiutare un alcolista che non vuole essere aiutato

Non tutti quelli che provano a bere sviluppano una dipendenza da alcol. Qui, tra queste righe, faccio riferimento all’uso patologico e problematico di alcol. L’ambivalenza è una caratteristica importante nelle dipendenze; significa che ci sono contemporaneamente aspetti ed emozioni che sono in contraddizione tra loro. La persona che fa uso di sostanze è una persona in crisi, molto spesso dilaniata.

Questa persona vorrebbe smettere, ma non può perché l’alcol ha modificato il proprio cervello e funzionamento. Per questo nella mia esperienza clinica di trattamento della tossicodipendenza, spesso sono i familiari a chiedere aiuto per la persona dipendente. È fondamentale vedere l’alcolismo come una malattia perché aiuta ad avere la giusta distanza, tra la comprensione, l’amore, l’accoglienza dei vissuti dell’altro ma mantenendo la ferma determinazione nell’affrontare il problema della cura.

Se ritieni di voler aiutare un amico/amica o un famigliare alcolista che non vuole essere aiutato scrivimi o contattami telefonicamente per un consulto.

Affrontare il problema della cura

Affrontare il problema della cura è uno dei momenti fondamentali del percorso di cambiamento. Prendere in considerazione apertamente con l’alcolista il tema alcol è già un atto terapeutico, perché se il problema è negato, minimizzato, nascosto non può essere affrontato. Svelare, parlare è affrontare. 

I momento adatto per fronteggiare il problema alcol 

Il momento giusto per affrontare il problema dell’alcol è quando l’alcolista non è sotto l’effetto dell’alcol, altrimenti non è lucido e sarebbe l’alcol a parlare per lui. In questo senso è importante scegliere un momento in cui sappiamo che la persona è astinente e lucida. 

È importante affrontare il discorso quando c’è la sicurezza e la fermezza di riuscire a fare capire all’alcolista che non si considera la persona che ha un problema con l’alcol come una persona debole, viziosa, egoista, in malafede, ma come una persona sofferente, alle prese con qualcosa di enorme che sta distruggendo la sua vita e che non è in grado di affrontare e gestire da solo.

Come affrontare il problema dell’alcool

Come parlarne? Bisogna affrontare il discorso quando non si è in ansia, ma ci si sente pronti, quando si ha la percezione di poter controllare le proprie emozioni nel farlo. È importante essere consapevoli che durante lo scambio verbale emergeranno moltissime difficoltà: l’alcolista metterà in gioco diverse difese, negando, spostando, gettando la colpa su altro/i, diventando aggressivo o provocatorio, minimizzando, tutte trappole relazionali che contengono il rischio di non affrontare il problema. 

Stare vicino ed aiutare chi non vuole essere aiutato – perché non riconosce il problema – è una situazione complessa, dolorosa e difficile. Bisogna essere fermi, determinati e nello stesso tempo affettivi, caldi, non giudicanti nel trasmettere e comunicare tutto l’amore e la comprensione, inoltre occorre tutta la fermezza e la determinazione possibili per evidenziare il problema e il bisogno di aiuto della persona.

È importante che i toni usati nel discutere del problema siano distesi ma fermi; dev’esserci pacatezza, tranquillità, fermezza nel proporre il discorso, senza cadere su toni moralistici, paternalistici o accusatori che metterebbero la persona sulla difensiva. 

Come comunicare con un alcolista che non vuole essere aiutato

La conversazione deve essere chiara e serena. Il senso dell’affrontare il discorso è quello di accompagnare la persona a vedere il suo comportamento come un problema comune e provare a trovare una soluzione dove provare ad iniziare a stare meglio insieme. Il primo passo non è modificare il comportamento d’uso, non è far smettere di bere, ma cambiare la visione che la persona ha del proprio problema e del proprio funzionamento, dove la sofferenza deriva da un cervello sofferente, che è stato cambiato dall’operare dell’alcol. Affrontare l’argomento, se possibile, non tramite una persona sola ma alla presenza di diverse figure significative che portino lo stesso vissuto ed atteggiamento alla persona in difficoltà.

Bisognerebbe cercare di rivelare episodi ed eventi che hanno fatto soffrire, accaduti quando la persona era alterata dall’uso di alcol, mostrando e condividendo i vissuti provati in quelle situazioni. Il senso è quello di “fare squadra” mettendo la persona di fronte alle proprie responsabilità e nello stesso tempo fungendo da rete di sostegno. La squadra non deve funzionare come un plotone di esecuzione, né una giuria che accusa, ma come gruppo che comprende, accoglie, sostiene e contiene un malato a cui mostra la sua sofferenza e patologia, chiedendogli di curarla. 

Che cosa non fare per aiutare un alcolista che non vuole essere aiutato

Prendere consapevolezza di avere un problema è il solo primo passo per affrontare la dipendenza da alcol e per cambiare. È un percorso lungo, difficile, che prevede sofferenza e spesso ricadute e viene affrontato da tutto il nucleo familiare. Spesso, nei disperati tentativi messi in atto per spingere a smettere di bere si fanno invece degli errori. Eccone alcuni da riconoscere ed evitare. 

  • Negare, fare finta di niente
  • Minacciare 
  • Arrabbiarsi
  • Condannare 
  • Accusare
  • Essere conniventi
  • Posticipare 
  • Giustificare
  • Giudicare
  • Coprire
  • Compiacere 
  • Stare vicino per senso di colpa

Che cosa fare se l’alcolista rifiuta di curarsi?

È piuttosto comune nelle dipendenze patologiche che si rifiutino le proposte di aiuto e di cura. Questo atteggiamento solitamente produce reazioni emotive intense e complesse nelle persone che tentano di aiutare come rabbia, senso di impotenza, depressione, frustrazione, delusione, sconforto, sentirsi essere presi in giro tutte emozioni comprensibili, ma che purtroppo non servono poiché non costruttive.

La cura è un percorso lungo, fatto da diverse fasi. Non possiamo impedire alla persona di bere, non dobbiamo forzarla a smettere di bere. Possiamo e dobbiamo assisterla e accompagnarla nel mostrarle che ha bisogno di aiuto poiché malata, costantemente.  

Se ritieni di voler aiutare un amico/amica o un famigliare alcolista che non vuole essere aiutato scrivimi o contattami telefonicamente per un consulto.

© Psicoterapeuta e psicologa Jessica Ferrigno