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Dipendenza da cibo: test e sintomi principali

La dipendenza da alimenti si manifesta attraverso frequenti episodi di assunzione incontrollata di cibo. Lo psicologo ti aiuterà ad esplorare la dipendenza da cibo in modo approfondito con lo scopo di comprenderla e individuare la strategia per superarla.

Che cos’è la dipendenza da cibo?

Si parla di dipendenza da cibo quando il cibo non è più funzionale al soddisfacimento del bisogno primario di fame, ma il consumo di alimenti avviene in assenza di reali esigenze fisiche, in maniera incontrollata e disordinata. Questo disturbo può colpire sia la popolazione in età adulta che in età adolescenziale. La persona dipendente dal cibo si affida agli alimenti per trovare conforto e sollievo psicofisico e può usare il cibo per “riempire” qualcosa che è assente nella propria vita, come l’amore o come le amicizie appaganti.

La dipendenza da cibo ed il ruolo della dopamina

Nonostante la diagnosi sia ancora controversa, sono state trovate delle similitudini con le altre tipologie di dipendenza, come ad esempio la dipendenza da sostanze stupefacenti, la dipendenza da alcool, la dipendenza da gioco d’azzardo o la dipendenza da sesso. Anche nei soggetti affetti da dipendenza da cibo è presente un riscontro neuro-biologico: sono registrati elevati livelli di dopamina, un neurotrasmettitore che svolge un ruolo cruciale nel meccanismo di gratificazione e ricompensa.

Mangiare in modo compulsivo per un dipendente da cibo diventa gratificante allo stesso modo in cui un tossicodipente si soddisfa con una dose o un giocatore d’azzardo con una vincita al casinò. Per chi soffre di dipendenza, mangiare cibo senza una reale necessità è una risposta a stati emotivi negativi, come la frustrazione, l’ansia, la rabbia o la tristezza. Le sensazioni temporanee di gratificazione e appagamento durano però poco: presto subentrano nuovamente emozioni negative legate al senso si svalutazione di sé, alla vergogna circa il proprio aspetto fisico o al senso di colpa. Si innesca in questo modo un circolo vizioso legato ai livelli altalenanti di dopamina nell’organismo.

Test per diagnosticare la dipendenza da cibo

Poiché alcuni comportamenti legati alla dipendenza da cibo si sovrappongono a quelli associati al BES (Binge Eating disorder, ovvero il Disturbo da Alimentazione Incontrollata), un test diagnostico che viene utilizzato è la Binge Eating Scale, un questionario ideato da J. Gormally negli anni ‘80. Se ti identifichi nelle affermazioni riportate qui di seguito, potrebbe esserti utile confrontarti con un professionista: 

  • il mio aspetto fisico mi rende deluso/a e insoddisfatto/a provo un senso di vergogna per il mio corpo;
  • tendo a mangiare il cibo velocemente, senza masticare correttamente fino a spiacevolmente pieno/a;
  • cerco di controllare i miei impulsi verso il cibo ma non ci riesco mai oppure ci riesco raramente;
  • quando sono annoiato/a mangio;
  • alterno momenti di eccessi a diete ferree ma finisce sempre che sgarri e ricominci a mangiare smodatamente;
  • quando sono in compagnia mangio poco perché mi sento in imbarazzo mentre quando sono solo/a non riesco a controllare i miei impulsi;
  • ci sono giorni in cui penso principalmente/solo al cibo;
  • per me è diventato difficile riconoscere i momenti in cui ho realmente fame da quelli in cui sento l’impulso di consumare cibo.

Come superare la dipendenza da cibo?

La dipendenza da cibo può interferire con con aspetti diversi della vita fino a diventare totalizzante. In alcuni casi cattive abitudini alimentari sono causa di peggioramento di problemi medici preesistenti. Le malattie cardiache, il diabete o le problematiche gastrointestinali devono quindi essere monitorate sempre da medici specialisti. Da un punto di vista psicologico gli effetti della dipendenza da cibo possono condizionare le relazioni personali e interferire con la normale vita sociale e quella professionale. Possono causare ansia, depressione e possono inoltre ad abbassare il livello di autostima. In concomitanza con il/la nutrizionista, che stilerà un piano alimentare povero di alimenti con elevate proprietà dopaminergiche (che stimolano la produzione di dopamina), la psicoterapeuta cognitivo-comportamentale proporrà un ciclo di sedute per indagare sul vissuto del/della paziente e sugli elementi di esordio del disturbo alimentare. In seguito si getteranno le fondamenta per costruire un rapporto sano con l’alimentazione e si individueranno le risorse personali utili per gestire stati emotivi stressanti per prevenire ricadute future.

Oltre al nutrizionista, al dietologo e ai centri di trattamento della dipendenza da cibo, è possibile rivolgersi allo psicoterapeuta comportamentale specializzato in alimentazione disfunzionale.Tutte queste figure possono aiutare a raccogliere le informazioni necessarie per comprendere la dipendenza da cibo, ottenere il sostegno di cui avete bisogno e affrontare il percorso più adatto. La terapia della dipendenza da cibo può includere:

  • Terapia individuale: la terapia per la dipendenza da cibo si svolge a tu per tu con lo psicologo esperto in dipendenze. La terapia individuale permette di esplorare la tua dipendenza da cibo in modo approfondito e comprende le strategie per superarla.
  • Terapia di gruppo: questo tipo di terapia è utilizzata per permettere di condividere le esperienze di dipendenza con altre persone che vivono le stesse problematiche. La condivisione permette il mutuo sostegno e la guida reciproca.
  • Terapia cognitivo-comportamentale: La CBT, Cognitive Behavioral Therapy, è utilizzata nel trattamento di molte dipendenze, compresa la dipendenza da cibo. Il compito è stimolare gli schemi di pensiero disfunzionali che intensificano e stimolano la dipendenza, successivamente sostituirli con opzioni e alternative più sane.

Se pensi di soffrire di dipendenza da cibo puoi scrivermi o contattarmi telefonicamente per un consulto.

© Psicoterapeuta e psicologa Jessica Ferrigno