Dipendenze comportamentali nuove dipendenze

Dipendenza da social network

I social network hanno proprietà dopaminergiche che modificano il nostro cervello.

Cosa sono i social network

Il primo servizio di social network risale al lontano 1997, un sito creato con l’obiettivo di combinare scambi ed incontri amorosi in un ambiente protetto, anche se il termine social network in realtà verrà coniato diversi anni dopo, nel 2003, sempre in America.

I social network sono comunità, villaggi virtuali che forniscono agli utenti della rete uno spazio, un luogo, un punto d’incontro dove fare rete, condividere e scambiarsi messaggi, foto o video, chattare, sino a poter persino giocare con il sesso. I social network sono prevalentemente utilizzati con scopi relazionali e sociali, bisogni legati al condividere, all’appartenere, creare e mantenere reti sociali.

Vecchie e nuove connessioni

L’essere umano è un animale sociale che ha sempre vissuto all’interno di comunità durante la propria evoluzione, sia individuale che della specie. All’inizio la comunità era una società piccola e chiusa, un gruppo che garantiva sicurezza a chi la abitava. Man mano, soprattutto con l’avvento della migrazione, le piccole comunità tradizionali sono diminuite e si è sviluppato uno stile di vita diverso, maggiormente individualizzato. Il bisogno umano legato alla comunità tradizionale, piccola, chiusa, che dà sicurezza ed appartenenza, non è cambiato però. Il bisogno di appartenenza, di sicurezza, di connessione e relazione dell’essere umano non è cambiato e si ritrova nelle attività dei social network: in questo senso si riesce ad intravedere come siamo vulnerabili, bisognosi, indifesi ed impotenti di fronte al web, agli smartphone, ai social network perché sfruttano i nostri bisogni più radicati e profondi.

Come i social network agiscono sul nostro cervello

L’uso dei social cambia il nostro cervello. Ogni volta che riceviamo un like o anche solo una notifica, tutti noi proviamo una piccola attivazione e gratificazione nel nostro cervello. Giocare alle slot machine, usare cocaina, così come guardare pornografia o accedere ad internet sono tutti comportamenti che rilasciano dopamina nel nostro cervello, cervello che viene man mano modificato e trasformato. Recentemente, questa dinamica è stata ripresa e documentata brillantemente nel documentario The Social Dilemma. “Volevamo capire come manipolarti il più rapidamente possibile e poi darti una botta di dopamina. L’abbiamo fatto magistralmente in Facebook” afferma un loro ex responsabile, Chamath Palihapitiya. Questa dinamica è legata al sistema cerebrale di gratificazione o ricompensa che premia determinati comportamenti con una scarica di dopamina che regala sensazioni di piacere e benessere. Il sistema di gratificazione e ricompensa, attraverso il rilascio di dopamina, è il meccanismo alla base di tutte le dipendenze.

Sistema di rinforzo intermittente positivo

Nella dipendenza da social network il meccanismo cerebrale che regola la dinamica che porta all’abuso e alla dipendenza deriva dal gioco d’azzardo e dalle slot machine e prende il nome di “sistema di rinforzo intermittente positivo”. Nella slot machine tirare la leva raffigura l’azione intermittente, azione dopo la quale si aspetta qualche secondo dove le rotelle che producono le diverse combinazioni finiscono di girare, dopo di che si scopre se abbiamo vinto o perso. Ogni volta che vinciamo, riceviamo un rinforzo positivo e il nostro cervello produce dopamina, regalandoci sensazioni di benessere. Ogni volta che perdiamo, ricerchiamo di riottenere la gratificazione e ricompensa e ricevere nuovamente quella dopamina, meccanismo che rinforza e ci porta al giocare nuovamente.

Questo è il potente sistema di rinforzo intermittente che ci porta a giocare o accedere allo smartphone in modo compulsivo. Nei social, infatti, avviene lo stesso: pubblichiamo una storia su Instagram, Facebook o altri social network, desiderando ed aspettando di ricevere notifiche, like e commenti; queste notifiche attivano il rilascio di dopamina. Come nelle slot machine, riceviamo il rinforzo quando lo schermo si illumina perché abbiamo ricevuto una notifica, e ricerchiamo di ottenere gratificazione e ricompensa aspettando di ricevere nuovamente quella dopamina, che ci porta a prendere continuamente in mano lo smartphone, controllando le notifiche nella speranza di ottenere gratificazione.

Perché si passa da un uso normale ad un uso patologico dei social

Un comportamento, un oggetto o una sostanza, per diventare di abuso, deve avere proprietà dopaminergiche, cioè agire sul sistema di gratificazione e ricompensa che fa rilasciare dopamina nel cervello. Il sistema di ricompensa produce scariche di dopamina anche solo anticipando con la mente e l’immaginazione un comportamento gratificante. I social network hanno proprietà dopaminergiche. L’uso dei social, così come l’uso patologico di internet, procura ricompense continue, sia a livello cerebrale, col rilascio di dopamina, sia a livello emotivo in termini di autostima, immagine personale, soddisfazione sociale, contribuendo a rinforzare un coinvolgimento ed assorbimento sempre maggiore della persona nell’interazione con l’oggetto d’uso, con un passaggio da un uso normale ad un uso patologico dei social network. Riprendo un tema sul quale ho scritto altrove ma che è importante sottolineare: nelle dipendenze patologiche non è tanto l’oggetto, ad esempio il gioco, il telefono, il sesso, i social, la causa della dipendenza, ma la relazione che noi intratteniamo con l’oggetto.

È pacifico come i social network in sé non siano pericolosi, nocivi o fonte di sofferenza. Non è il social la causa della dipendenza da social network ma la relazione che noi intratteniamo con i social. La dipendenza deve essere letta come patologia della relazione, un disturbo tra quella particolare persona e l’oggetto della dipendenza comportamentale: se la relazione diventa ossessiva, unica, se copre ogni altro interesse, se colma e riempie vuoti, se è un modo per stare bene, se è strumento per evitare una sofferenza, se è un modo per non entrare in contatto con emozioni negative ed aspetti fragili di sé, generalmente si sviluppa una dipendenza patologica.

Strategie per gestire e affrontare la dipendenza da social network

L’obiettivo della cura e del trattamento per questo tipo di dipendenza comportamentale, così come, ad esempio, per la dipendenza da cibo o da sesso non può essere l’astinenza perché ormai è impossibile impedire alle persone di accedere ad internet ed ai social. A differenza delle dipendenze da sostanze, dove l’obiettivo è appunto l’astinenza, qui l’obiettivo del percorso è ritornare ad una modalità relazionale sana con i social, attraverso la consapevolezza dei motivi che hanno causato la dipendenza. Il trattamento è una sorta disintossicazione, un percorso di recupero del controllo e dell’autonomia sulla propria vita, a partire dal riconoscimento e dall’accettazione di ciò che ha portato alla dipendenza. L’obiettivo della cura sarà il controllo degli stimoli legati ai social ed internet per arrivare ad avere un comportamento di uso e non di abuso.

Alcuni autori (Gupta, Arora e Gupta) tratteggiano alcune strategie per gestire e trattare la dipendenza da social network:

  • Innanzitutto, riconosci i segnali di una dipendenza da social: ormai è un bisogno che non controlli, ma ti controlla.
  • Incomincia a non subire quel comportamento, ma inizia a mettere in discussione le diverse attività che svolgi sui social.
  • Valuta, effettua una selezione e discrimina quello che ha valore per te sui social.
  • Struttura un orario fisso per le visite sul web. Puoi usare una sveglia, decidendo così l’orario; in questo modo sarai tu a controllare le visite e gli accessi e non sarà il comportamento d’uso a guidarti. 
  • Tieni conto ed annota quanto tempo trascorri sui social.
  • Disattiva le notifiche.
  • Presta attenzione alla gara per ottenere più like o per avere più amici possibili.
  • Mettiti alla prova e tenta di rinunciare ai social per un evento particolare. In questo modo avrai la possibilità di capire e vedere come te la cavi.
  • Quando ti viene in mente o ti viene la voglia di usare un social, medita, fai mindfulness.

Se vuoi aiuto o desideri approfondire l’argomento, puoi scrivermi o contattarmi telefonicamente per un consulto.

Riferimenti

  • Gupta,V. K., Arora, S., & Gupta, M. (2013). Computer-related illnesses and Facebook syndrome: What are they and how do we tackle them? Medicine Update23, 676–679.
  • Griffiths, M. D. (2012b). Facebook addiction: Concerns, criticisms and recommendations. Psychological Reports110(2), 518–520.
  • Kuss, D. J., & Griffiths, M. D. (2011).Addiction to social networks on the Internet: A literature review of empirical research. International Journal of Environment and Public Health8, 3528–3552.
  • Turel, O., & Serenko, A. (2012).The benefits and dangers of enjoyment with social networking websites. European Journal of Information Systems21, 512–528.

© Psicoterapeuta e psicologa Jessica Ferrigno

Domande e risposte

01

Che cosa è la dipendenza da social?

Abbiamo una dipendenza da social quando non controlliamo più il comportamento, quando la spinta a connettersi copre ogni interesse, quando spendiamo moltissimo tempo sui social.

02

Perchè i social creano dipendenza?

Per la dopamina. Usare i social rilascia dopamina nel nostro cervello, che viene man mano modificato da questo meccanismo.

03

Usare i social crea sempre dipendenza?

No. l'oggetto in se stesso non crea dipendenza, ma la relazione che noi intratteniamo con l'oggetto d'abuso. Se la relazione è ossessiva, compulsiva, copre vuoti, ci fa stare bene , ci isola dagli altri, ci preclude altre attività è una relazione tossica.

04

Come si cura ed affronta la dipendenza da social?

Vi sono diverse strategie, tra le quali disattivare le notifiche o usare una sveglia. Leggi l'articolo per approfondire.